La AI la potremmo chiamare “ZIP progress” , il compressore di progresso con le sue applicazioni future che ci consentiranno l’aumento della durata della vita umana almeno a 150 anni

 

 

Si inizia il nuovo anno con buoni propositi e risultati da ottenere in breve tempo, ma è anche una occasione per fermarci dalle problematiche quotidiane di vita di lavoro etc, per spaziare nel tempo e nel futuro che vorremmo e che ci aspetta, e  per questo grazie ad un articolo  che ho appena letto voglio condividere alcune considerazioni  e pensieri.

Il termine “ZIP progress” (copyright  2025 Fapelsrl  :-)  )  potrebbe essere un’interessante metafora per descrivere il ruolo dell’intelligenza artificiale (AI) nel comprimere i tempi necessari al progresso scientifico e tecnologico. Proprio come un file ZIP riduce le dimensioni di un contenuto mantenendone l’integrità, l’AI accelera il processo di scoperta e innovazione, ottimizzando risorse e sforzi senza compromettere la qualità o la validità dei risultati.

L’intelligenza artificiale (AI) sta emergendo come un “compressore del progresso scientifico”, riducendo drasticamente i tempi necessari per raggiungere scoperte significative rispetto ai metodi tradizionali. Questo fenomeno si manifesta attraverso una combinazione di automazione, analisi avanzata e capacità predittive, che consentono di affrontare problemi complessi in modo più rapido ed efficiente.

Dario Amodei CEO DI ANTHROPIC  ha scritto un bellissimo SAGGIO che vi consiglio di leggere (https://darioamodei.com/machines-of-loving-grace#2-neuroscience-and-mind)  in cui suggerisce che con l’IA potremmo comprimere 50-100 anni di progressi scientifici in biologia in soli 5-10 anni, portando a cure più efficaci per le malattie, una maggiore libertà biologica e un significativo aumento della durata della vita umana.

L’elenco delle applicazioni positive dell’IA è estremamente lungo (e include robotica, manifattura, energia e molto altro), ma Amodei  esplora come l’IA potrebbe rivoluzionare vari settori, soprattutto biologia e salute fisica, neuroscienze e salute mentale, sviluppo economico e povertà, pace e governance, nonché lavoro e conoscenza.

In particolare  considerando l’acceleratore AI che abbiamo a disposizione,  determinate scoperte scientifiche o tecnologiche potrebbero essere state fatte molti anni prima rispetto alla data effettiva della loro realizzazione, se solo alcune condizioni fossero state presenti:

  1. Conoscenza Preesistente:
    • Spesso, i pezzi del puzzle sono già disponibili, ma non vengono collegati correttamente a causa della mancanza di una visione integrata.
    • Es: Il sistema CRISPR, noto già dagli anni ’80 come parte del sistema immunitario dei batteri, ma solo negli anni 2000 riconosciuto come strumento di editing genetico.
  2. Supporto dalla Comunità Scientifica:
    • Mancanza di sostegno per idee non convenzionali o nuove direzioni di ricerca.
    • Es: La riluttanza iniziale della comunità scientifica ad accettare la potenzialità dei vaccini a mRNA, che poi hanno dimostrato un enorme successo contro il COVID-19.
  3. Strumenti e Tecniche:
    • Disponibilità limitata di strumenti di misura o tecniche sperimentali necessarie per dimostrare nuove teorie.
    • Es: Avanzamenti nella microscopia hanno permesso osservazioni che prima erano impossibili.
  4. Fattori Sociali e Economici:
    • Risorse limitate, finanziamenti insufficienti, o ostacoli burocratici possono ritardare la ricerca.
    • Es: La lunga durata dei trial clinici e la burocrazia associata.

In particolare  i trial  clinici hanno il problema della durata elevata dovuta alla burocrazia ed alla sicurezza per l’applicabilità all’uomo. Sono essenziali per testare nuovi farmaci e trattamenti prima che vengano approvati per l’uso pubblico ma frenano la adozione di farmaci e tecniche innovative e presentano  diversi problemi associati a questi trial:

  1. Costi elevati: Condurre trial clinici è molto costoso, il che può limitare il numero di studi che possono essere effettuati.
  2. Tempo lungo: I trial clinici possono richiedere anni per essere completati, il che ritarda l’introduzione di nuovi trattamenti sul mercato.
  3. Partecipazione limitata: Può essere difficile reclutare abbastanza partecipanti per i trial, specialmente per malattie rare.
  4. Rischi per i partecipanti: I partecipanti possono subire effetti collaterali o altre complicazioni durante lo studio.
  5. Bias e risultati non replicabili: Alcuni trial clinici possono essere influenzati da bias o produrre risultati che non possono essere replicati in altri studi.

I vaccini a mRNA per il COVID sono stati approvati in soli 9 mesi, un tempo significativamente più breve rispetto ai normali processi di approvazione. Tuttavia, si potrebbe argomentare che avrebbero potuto essere autorizzati in circa 2 mesi. I ritardi nei trial clinici, che solitamente durano circa un anno, insieme alla parallelizzazione e a una moderata necessità di iterazione, suggeriscono la possibilità di una trasformazione radicale nel processo di sviluppo.
L’uso dell’IA nella scienza biologica potrebbe diminuire la necessità di iterazione nei trial clinici, creando modelli sperimentali più precisi su animali e cellule, o addirittura simulazioni.
Questo approccio sarà cruciale nello sviluppo di farmaci per il processo di invecchiamento, che richiede un ciclo di iterazione più rapido e si estende su decenni.
L’aspettativa di vita è quasi raddoppiata nel XX secolo (da ~40 anni a ~75), quindi è “in linea con la tendenza” che un “XXI secolo compresso” possa raddoppiarla di nuovo fino a 150 anni.
Una volta che l’aspettativa di vita umana sarà di 150 anni, potremmo essere in grado di raggiungere una sorta di “velocità di fuga”, guadagnando abbastanza tempo perché la maggior parte delle persone oggi vive possa vivere finché lo desidera, anche se non c’è nessuna garanzia che questo sia biologicamente possibile.

Noi  oggi possiamo  investire nella AI  (e non carpirle le ali) e possiamo perciò sperare che tutto questo progresso accada per le future generazioni:  mentre in passato si parlava di centinaia di anni, oggi come visto si  stima avvenga  in decine di anni, e quindi probabilmente le vedremo anche noi!
Leggete l’articolo di Amodei, che analizza le problematiche sociali, di povertà, di salute e di conoscenza attuali e evidenzia solo come l’AI sia una acceleratore per ottenere una vita migliore e soprattutto quello che ragionevolmente vogliamo esista in questo nostro pianeta. Ne vale la pena.

Voi che ne pensate ?

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